
A dicembre le città cambiano volto: le vetrine si riempiono di panettoni, tazze con renne, luci intermittenti, giocattoli che cantano. L’aria profuma di arancia candita e cannella, mentre sugli alberi brillano fili luccicanti e palline colorate.
Chi passeggia vede solo il lato scintillante della festa; quello nascosto è invece fatto di diritti di proprietà industriale, normative europee, banche dati e strategie aziendali. Dietro molti di quegli oggetti natalizi ci sono brevetti, marchi, disegni registrati e segreti industriali: è come se, accanto all’albero di Natale, ci fosse un albero giuridico a reggere il peso della creatività.
Insomma, la magia del Natale esiste ma spesso è costruita e difesa proprio attraverso gli strumenti della proprietà intellettuale.
Per comprendere questo albero “parallelo” possiamo partire da una scena semplice: immaginiamo un artigiano che inventa un nuovo supporto per l’albero di Natale capace di mantenerlo dritto, nascondere il serbatoio dell’acqua e integrare piccole luci decorative. Se l’obiettivo fosse ottenere un vantaggio esclusivo, il primo passo non sarebbe il negozio, ma il deposito di una domanda di brevetto, cioè il documento formale che si deposita presso un ufficio come l’EPO (Ufficio europeo dei brevetti) o l’UIBM (Ufficio italiano brevetti e marchi) per chiedere un diritto di esclusiva sulla soluzione tecnica.
All’interno della domanda si trovano le rivendicazioni, le quali non sono formule oscure, ma definizioni tecniche e giuridiche precise: descrivono cosa s’intende proteggere, com’è fatto il prodotto, quali parti sono essenziali, quali varianti sono comprese. Se un concorrente dovesse replicare quegli elementi, sarà proprio su quelle rivendicazioni che si giocherà l’eventuale contenzioso.
È questa la storia nascosta che il consumatore non percepisce mentre, dall’altra parte della vetrina, sceglie addobbi e decorazioni senza immaginare che dietro certe soluzioni si nasconde un intero mondo di creatività protetta.
Le invenzioni natalizie non sono poche e basta curiosare dietro il sipario tecnico che sorregge il mercato per accorgersi di un’intera galassia di soluzioni registrate che possiamo rintracciare attraverso banche dati specializzate. Tra queste troviamo il motore di ricerca pubblico chiamato Espacenet, messo a disposizione dall’Ufficio europeo dei brevetti. Espacenet funziona come un enorme catalogo online: apri una scheda e trovi descrizioni, disegni tecnici, date, nomi degli inventori. È un po’ come sbirciare nel dietro le quinte della produzione mondiale con un livello di dettaglio che sorprende anche chi non ha familiarità con i brevetti. Cercando parole chiave come “Christmas tree” o “Santa Claus” si scoprono centinaia di trovate registrate: dall’albero innevato brevettato in Grecia, al sistema canadese d’irrigazione automatica per alberi decorativi, fino all’ornamento messicano dotato di sensori e materiali ignifughi per ridurre il rischio d’incendio. Ogni scheda è consultabile da chiunque e offre spunti utili per capire i criteri con cui un esaminatore valuta novità e attività inventiva.
Lo stesso vale per le invenzioni più giocose: sempre su Espacenet compaiono dispositivi come il “Naughty or nice meter”, misuratore della bontà dei bambini (brevetto US20080299533A1), o il “Santa Claus detector” che promette di segnalare l’arrivo del famoso ospite notturno. Esiste perfino una “chiave magica” per permettere a Babbo Natale di entrare nelle case prive di camino.
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Disegno estratto dal brevetto “Santa Claus Detector”: una calza di Natale dotata di un circuito interno con batteria, interruttore a tirante e una serie di LED decorativi. Tirando il cordoncino posizionato vicino alla punta della calza, l’interruttore interno apre o chiude il circuito, attivando le luci (e, in alcune versioni, un modulo musicale). Nella figura si vedono la disposizione dei componenti all’interno della calza e il relativo schema elettrico semplificato. Brevetto US5523741A. |
Le invenzioni natalizie sono un tema ricorrente nelle ricerche sul web e non mancano gli articoli che le elencano, raccontandone i dettagli. Proprio sull’argomento, il blog dell’ufficio brevetti del Regno Unito ha raccolto alcuni tra i brevetti più curiosi, tutti rintracciabili online tramite il numero di pubblicazione: troviamo per esempio il “Rotatable and shape-changing Christmas tree” (GB2431343A), un albero in grado di ruotare e mutare forma; oppure un dispositivo antincendio per alberi di Natale (US2007199722); persino una confezione regalo commestibile per animali domestici (US2013149418A1).
Dietro ognuna di queste idee c’è una stessa domanda di fondo: la soluzione, l’invenzione, è davvero nuova e non ovvia rispetto a ciò che esiste già? È questo il criterio chiave che EPO e UIBM applicano per valutare la brevettabilità di un’invenzione.
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Albero di Natale “camaleontico”: al suo interno c’è un meccanismo che fa ruotare il tronco e gli anelli a cui sono attaccati i rami. Mentre tutto gira, i rami si spostano e si aprono in modo diverso, facendo sembrare che l’albero cambi forma e movimento come una decorazione viva. Brevetto GB2431343A “A rotatable and shape-changeable Christmas tree”. |
Poi c’è il capitolo dei marchi che sotto Natale raggiunge il suo picco. Ti è mai capitato di notare sugli scaffali una sfilata di confezioni con parole come “Natale”, “Christmas”, “Noel”, spesso accompagnate da fiocchi, stelle, o paesaggi innevati? Chi lavora nel marketing sa che un buon nome resta in testa, ma dal punto di vista giuridico non tutti i nomi possono diventare marchi registrati. Il Regolamento (UE) 2017/1001 sul marchio dell’Unione europea, applicato dall’EUIPO nelle proprie prassi esaminative, stabilisce che non sono registrabili i segni descrittivi del prodotto o del periodo di consumo. Parole come “Christmas” o “Natale”, se utilizzate per dolci, decorazioni o regali, sono considerate riferimenti generici alla festa, non indicazioni dell’origine imprenditoriale. Per ottenere una registrazione occorre quindi affiancare all’elemento natalizio una parte davvero fantasiosa, oppure usarlo per prodotti lontani dal contesto tipico.
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Alcuni esempi di marchi registrati a tema natalizio reperibili pubblicamente sulla banca dati UIBM. |
Per capire come queste parole si trasformino in diritti esclusivi, serve un minimo di geografia giuridica: è qui che entra in scena la classificazione di Nizza, un grande indice internazionale che divide merci e servizi in 45 gruppi numerati, chiamati classi. Non serve essere tecnici per capirne la logica: la classe 30, ad esempio, raggruppa pasta, biscotti, cioccolato, panettoni e altri prodotti da forno; la classe 28 comprende giochi, giocattoli e decorazioni natalizie.
Quando si deposita un marchio presso l’UIBM o l’EUIPO bisogna indicare in quali classi si vuole protezione. Una pasticceria che registra il proprio segno solo in classe 30 non avrà automaticamente tutela su tazze, tovaglie o oggettistica d’arredo, le quali ricadono in altre classi.
Chi sviluppa una linea completa di prodotti festivi dovrebbe quindi pianificare la scelta delle classi insieme al consulente in proprietà industriale, per evitare buchi di protezione che diventano evidenti solo quando un concorrente lancia merchandising “ispirato”.
La dimensione estetica del Natale, quella che ci fa scegliere una pallina invece che un’altra, o che ci spinge a comprare uno stampo solo perché ricorda una baita di montagna, ci porta naturalmente al tema dei design. Una forma particolare di stampo per biscotti, la sagoma di una renna luminosa da giardino, la struttura di un centrotavola che unisce candela e portadolci, il packaging sagomato di un pandoro: sono tutti elementi legati all’aspetto esteriore del prodotto. Il Regolamento (CE) n. 6/2002, recentemente aggiornato dal Regolamento (UE) 2024/2822, consente di proteggere questi elementi come disegni o modelli, purché siano nuovi e dotati di carattere individuale. In altre parole, non devono essere già noti e devono suscitare un’impressione diversa su un utilizzatore informato. Un set di decorazioni con intrecci di luce particolari, un contenitore per cioccolatini con struttura tridimensionale insolita, un calendario dell’Avvento con sistema di apertura scenografico possono diventare disegni registrati presso l’EUIPO.
Strumenti come DesignView, collegati agli uffici di proprietà industriale nazionali, consentono di verificare gratuitamente se qualcuno abbia già registrato qualcosa di simile. È un passaggio essenziale prima di investire in registrazioni e campagne pubblicitarie.
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Oggetti con forme tutelate dal design registrato. In questa immagine sono presenti palle di natale; coccarde; calze per regali; stampi per biscotti; ciondoli e stickers. |
Non va dimenticato che il diritto dei design ha anche una componente “difensiva”. Talvolta vengono registrati modelli che riproducono forme tradizionali, ad esempio un costume di Babbo Natale privo di reali elementi distintivi. Finché nessuno li contesta, questi titoli restano silenziosi nel registro. Quando però il titolare invia diffide a produttori concorrenti, la validità del modello può essere messa alla prova attraverso una procedura di nullità davanti all’EUIPO. Se si dimostra che quella forma era già conosciuta, il disegno viene annullato e il monopolio cade.
Chi riceve una lettera minacciosa sotto l’albero farebbe bene a non spaventarsi subito, ma a chiedere una verifica tecnica e giuridica della reale novità del modello invocato.
Il Natale è anche profumo e sapore: nei laboratori si preparano pandori e panettoni, biscotti speziati, creme agrumate. L’aria si riempie di aromi caldi, quelli che spesso restano legati ai ricordi d’infanzia. È proprio in queste cucine che nascono molte delle idee che poi cercano protezione giuridica. Infatti molti pasticceri e aziende alimentari si domandano se una nuova ricetta o un nuovo procedimento di produzione possano essere brevettati. Dal punto di vista normativo la porta è aperta: una procedura di produzione di alimenti può essere brevettata se risolve un problema tecnico in modo nuovo e non ovvio, ad esempio ottenendo una maggiore conservabilità senza additivi o una struttura più soffice a parità di ingredienti. La domanda di brevetto dovrà descrivere con precisione tutte le fasi, le temperature, i tempi e le possibili varianti, e verrà esaminata secondo le regole dell’EPO o del Codice della proprietà industriale italiano. Se supera i requisiti, il titolare ottiene un’esclusiva di durata ventennale.
In molti casi, però, il segreto industriale è più adatto alle ricette natalizie. La normativa europea sui segreti commerciali, recepita negli articoli 98 e seguenti del Codice della proprietà industriale, protegge informazioni riservate che hanno valore economico proprio perché non note. Per un laboratorio di pasticceria questo significa, ad esempio, custodire la formula di una crema speciale per pandoro in un numero limitato di copie, accessibili solo a poche persone vincolate da accordi di riservatezza.
A differenza del brevetto, il segreto non ha scadenza ma può svanire se viene divulgato o se non vengono adottate misure concrete per proteggerlo.
Non c’è pubblicazione, non c’è registro, ma in caso di appropriazione indebita il titolare può agire in giudizio.
Accanto a brevetti, marchi, design e segreti vive il diritto d’autore: le illustrazioni sulle scatole dei dolci, i pattern grafici delle carte regalo, i personaggi delle campagne pubblicitarie, le melodie pensate per gli spot natalizi, sono tutti opere dell’ingegno tutelate dal diritto d’autore.
La legge n. 633/1941 le protegge automaticamente dal momento della loro creazione, senza bisogno di registrazione. Ma in caso di copia, la prova della paternità può diventare cruciale: conservare bozzetti, file sorgente, email con grafici o musicisti e adottare sistemi di marcatura temporale aiuta a dimostrare l’origine interna di quell’illustrazione o di quel jingle.
Non manca, infine, la dimensione della sicurezza e della lotta alla contraffazione. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha promosso campagne come “Legalità sotto l’albero di Natale” per sensibilizzare i consumatori sui rischi connessi a giocattoli e luci non conformi, o a prodotti che imitano marchi noti senza autorizzazione.
Per i titolari di diritti, questo periodo dell’anno coincide spesso con un incremento di sequestri doganali e segnalazioni: l’uso di banche dati come quelle che collegano EUIPO e autorità di enforcement consente di condividere con le dogane immagini e descrizioni dei prodotti autentici, così da facilitare il riconoscimento degli articoli sospetti proprio mentre la domanda di mercato cresce. È un lavoro poco visibile, ma che incide in modo concreto sulla sicurezza dei regali che finiscono sotto l’albero.
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Estratto dalla brochure “Legalità sotto l’albero di Natale”: iniziativa di comunicazione con l’obiettivo di rendere più consapevoli i consumatori rispetto ai rischi connessi all’acquisto di prodotti contraffatti. La campagna ha visto il coinvolgimento degli esercenti con l’esposizione di locandine con il messaggio “Caro Babbo Natale, quest’anno il regalo lo scelgo solo originale” e la distribuzione di brochure contenenti le 8 buone regole per non acquistare merce falsa. |
Arrivati a questo punto, il lettore può tornare a guardare il proprio salotto addobbato con uno sguardo diverso: le luci richiamano brevetti su sistemi di illuminazione; la forma di una pallina potrebbe corrispondere a un design registrato; il nome del dolce sulla tavola è forse un marchio protetto in più classi; la ricetta che rende unico quel profumo potrebbe essere custodita in una cassaforte digitale attraverso misure di sicurezza e accordi scritti.
La magia del Natale rimane intatta, ma si arricchisce di una nuova consapevolezza: dietro ogni dettaglio curato c’è un’impresa che ha investito tempo, fantasia e, spesso, una strategia di proprietà industriale ben ponderata. Chi progetta oggi il prossimo prodotto natalizio può scegliere se lasciare che questa dimensione resti invisibile o se farla diventare parte del patrimonio durevole dell’azienda.
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