il marchio patronimico come funziona e quali vantaggi offre la tutela del nome

Il marchio patronimico consente di proteggere legalmente un nome che ha acquisito nel tempo una forte capacità distintiva, arrivando ad identificare in modo univoco un'azienda, i suoi prodotti o servizi. Si tratta di uno strumento molto utilizzato nel mondo imprenditoriale. Analizziamo come funziona e quali vantaggi comporta.
 

Cos'è il marchio patronimico

Il marchio patronimico è una particolare tipologia di marchio costituito unicamente da un nome (nome e cognome o soltanto il cognome) che ha assunto capacità distintiva tale da identificare univocamente un'impresa commerciale, artigianale o industriale. Può trattarsi del nome del fondatore storico dell'azienda oppure di quello che è stato utilizzato per decenni come denominativo della ditta. In entrambi i casi, il nome è arrivato col tempo ad individuare quella precisa attività agli occhi dei consumatori.
 

Vantaggi della registrazione del marchio patronimico

La registrazione del marchio patronimico offre molti vantaggi agli imprenditori. Innanzitutto, conferisce diritti esclusivi di utilizzo del marchio, permettendo all'azienda di distinguersi dagli altri concorrenti nel mercato. Ciò può contribuire a rafforzare la reputazione dell'azienda, a creare fedeltà dei clienti e a promuovere la riconoscibilità del marchio. Un altro vantaggio è la protezione legale. In caso di controversie, il proprietario del marchio patronimico registrato ha il diritto legale di difendere il suo marchio contro l'uso improprio o l'infrazione da parte di terzi.
 

Difficoltà nella registrazione del marchio patronimico

Nonostante i numerosi vantaggi, ci possono anche essere alcune difficoltà nell'ottenere la registrazione di un marchio patronimico. Un problema comune è che il nome scelto per la registrazione può essere già in uso o registrato come marchio da un'altra azienda. Questo può portare a complesse questioni legali. Inoltre, se il nome è molto comune, potrebbe non essere considerato abbastanza distintivo per la registrazione come marchio. Tuttavia, è bene specificare che tale difficoltà non è assoluta: anche se un nome è comune, può ancora essere registrato come marchio patronimico se l'impresa può dimostrare che ha acquisito una capacità distintiva attraverso l'uso nel tempo.
 

I requisiti per ottenere la registrazione

Affinché un nome possa essere registrato come marchio patronimico, deve possedere una spiccata capacità distintiva. In altre parole, deve riuscire ad identificare in modo univoco e immediato i prodotti o i servizi commercializzati da quella specifica impresa. 
La legge italiana permette di registrare sia il proprio nome che quello altrui, posto che non ne venga lesa la fama, il credito o il decoro. Tuttavia, se il nome di persona è notorio, cioè già usato e noto, la registrazione e l’uso sono possibili solo dall’avente diritto o con il suo consenso.
S’intende “notorio” un nome che gode dello stato di rinomanza, quindi riconosciuto da un’ampia fascia della popolazione. 
 

La procedura di registrazione 

La procedura per registrare un marchio patronimico è la medesima prevista per i marchi "standard": la domanda di registrazione va presentata presso l'UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) che si occuperà di esaminarla sotto il profilo dell'ammissibilità. Se non vengono riscontrati impedimenti, si procede con la pubblicazione della richiesta per consentire eventuali opposizioni da parte di terzi. Trascorso il periodo di opposizione, ossia tre mesi, l'UIBM provvederà alla registrazione vera e propria.
 

I diritti del titolare e la durata della tutela

Il titolare di un marchio patronimico registrato gode esattamente degli stessi diritti esclusivi previsti dalla normativa sui marchi "standard". Ciò significa che potrà impedire a terzi soggetti di utilizzare quel marchio in relazione a prodotti o servizi identici o affini a quelli da lui commercializzati. Ovviamente a condizione che tale utilizzo crei un rischio di confusione o di associazione nel pubblico. 
Anche la durata è la medesima: il marchio patronimico registrato rimane valido per dieci anni dalla data di deposito della domanda di registrazione. Trascorso questo periodo è possibile rinnovare la registrazione per altri dieci anni pagando le previste tasse. E così a seguire. L'importante, per mantenere i diritti sul marchio, è che sia effettivamente utilizzato dal titolare nelle sue attività commerciali; infatti, la protezione può essere persa se il marchio non viene usato per un periodo di cinque anni consecutivi.
 

Comparazione tra marchi patronimici

Nella pratica giudiziaria si sono registrati diversi casi in cui la magistratura è stata chiamata a valutare una presunta violazione o confusione tra due marchi patronimici. In tali occasioni, la giurisprudenza effettua un confronto attribuendo importanza centrale all'elemento verbale costituito da nome e cognome. 

In via generale, in caso di marchio patronimico, l’aggiunta elementi differenzianti non è sufficiente a rendere valido un marchio patronimico successivo, identico o simile ad un altro registrato in settori merceologici identici o affini (se marchio notorio neanche in settori differenti), salvo alcuni casi eccezionali in cui è provato che il patronimico sia impiegato esclusivamente in via secondaria e non costituisca il cuore del marchio. 
 

Casi famosi e possibili rischi

I marchi patronimici sono molto diffusi in settori come la moda, il food, il vino. Recentemente ha fatto notizia la registrazione del proprio nome e cognome come marchio da parte della nota attivista Greta Thunberg, proprio al fine di evitarne usi commerciali impropri. Ma anche la cessione del marchio patronimico ad altri soggetti può talvolta causare controversie legali, specie se chi lo cede ritiene che il cessionario commercializzi prodotti di scarsa qualità che ne sfruttano indebitamente la fama. Una sentenza su "Alviero Martini" ha stabilito che, se l'accordo di cessione non prevede obblighi di mantenimento qualitativo, il cedente non può protestare. Infine, secondo una pronuncia della Cassazione, l'uso del proprio patronimico in una nuova denominazione sociale è lecito ma va comunque verificato che non possa generare rischi di confusione con marchi preesistenti.

 

Conclusione e considerazioni finali

L'uso di un marchio patronimico offre una grande opportunità per le imprese di creare un forte legame con i clienti e di costruire una reputazione nel tempo. Tuttavia, è importante navigare con attenzione nelle acque complesse della registrazione dei marchi e della legge sui marchi. Un'approfondita comprensione dei requisiti, della procedura di registrazione e dei possibili rischi può aiutare un'impresa a sfruttare al meglio i vantaggi di un marchio patronimico. Inoltre, consultare un esperto può indubbiamente essere utile per garantire che il marchio sia protetto e prevenire eventuali problemi legali che possono sorgere.

 

 

N.B.: questo articolo è aggiornato alla data di pubblicazione e non riflette necessariamente lo stato attuale della legge o della normativa in materia.

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